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Spina dorsale del nostro paese, l'Appennino attraversa territori molto diversi tra loro, dalla Calabria silana ai monti lucani, dall'Abruzzo del Gran Sasso ai percorsi delle Marche interne, fino ai monti tosco-emiliani e a quelli liguri, che lo proiettano verso l'incontro con le Alpi. Eppure, nella loro diversità, sono luoghi accomunati da una profonda identità. Sono proprio i tratti fondativi della «civiltà Appennino» quelli che Raffaele Nigro e Giuseppe Lupo ci rivelano in questo libro, mettendo in rapporto suggestioni e nozioni provenienti dalla letteratura, dalla storia, dall'antropologia, dall'arte. Da questo insieme di elementi emerge un paese interpretato non più secondo la tradizionale prospettiva orizzontale - Nord, Centro, Sud - ma in chiave verticale, cioè secondo la sua struttura fisica, che favorisce una lettura altimetrica della società del passato, del presente e del futuro. Una linea che fa da trait d'union tra il Mediterraneo e l'Europa, senza dimenticare le componenti socioculturali di Oriente e Occidente. Guardare l'Italia in verticale consente di rileggere la storia del nostro paese facendo perno su tre direttrici: da un lato la linea adriatica, dall'altro la linea tirrenica e, al centro tra le due, la dorsale appenninica, intesa come zona regolatrice e di confluenza. Il racconto di questa traiettoria mediana, la verifica degli aspetti assimilabili, l'indagine di una tradizione che appartiene all'Italia collinare e montana permettono di lanciare una sfida rivolta al futuro, che ha nella sua agenda non soltanto lo scopo di «riconoscersi», ma anche quello di prefigurare nell'Appennino un progetto politico, economico e imprenditoriale in grado di riqualificare un'area geografica ritenuta marginale e farne un laboratorio utopico di nuove esperienze. Questo volume inaugura la serie realizzata in collaborazione con la Fondazione Appennino, con sede a Montemurro, in Basilicata; www.appenninofondazione.it. Presentazione di Piero Lacorazza e Gianni Lacorazza.